Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 34 occorrenze

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, con un risolino sardonico. - Ho già interrogato la servitù e so molte cose a quest'ora che non vi faranno certo piacere. - Vi prego di spiegarvi

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equipaggi, aveva consigliato Rokoff di gettarsi subito dietro l'isolotto, onde non rimanere esposti al fuoco del veliero. - Vi giungeremo prima che

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di questa atroce tortura e non vi avevo creduto, tanto mi pareva inverosimile. - Spiegati, Fedoro, sono un uomo di guerra. - Sotto quell'assito esiste

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all'europea, senza però stringergliela. - Vi aspettavo - gli disse - e sono ben lieto di rivedervi dopo una così lunga assenza e di avervi questa sera presso

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quelli che vi piacciono tanto arrostiti - rispose il capitano. - Vi ricordate dei laghi del Caracorum? - Ma quelle bestie non sono trote. - Parlo di orsi

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cinque aeronauti, dopo essersi accertati che non vi era alcuno in quei dintorni, cenarono alla lesta e si rinchiusero nel fuso d'alluminio, raddoppiando le

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. - Dove avrà pescato costui? - si era domandato il cosacco. - Se sotto di noi vi è sempre il deserto! Il capitano accortosi della loro presenza, si era

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spalle. - Fermati! Non sparare! - aveva detto Fedoro precipitosamente. - Perché? - chiese il cosacco, sorpreso. - Vi è qualcuno che ci spia. - Chi? - Non

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paese il Tibet, noto da moltissimi secoli eppur chiuso anche oggidì agli europei, di cui ben pochi, e sfidando ad ogni passo la morte, vi poterono

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laccato e filettato d'argento, vi erano due grosse rivoltelle e una corta scimitarra snudata. Sing-Sing chiuse la porta, gettò un pizzico di polvere di

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grossa torre quadrata, sormontata da un tetto doppio e che pareva in parte diroccata. - Non vi deve essere nessuno là dentro, - disse - giacché è

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Tipperah, che dividono il Bengala orientale dalla Birmania. - Perché cambiate rotta? - chiese Rokoff, sorpreso. - Vi è una città da evitare, che è

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dopo. - Vi sono le eliche. - Non basteranno ad innalzarci. - Impediranno o almeno ritarderanno molto la nostra discesa. - Se potessimo raggiungere

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? - Figli del sole e della luna. - Se vi piace crederci tali, noi non ci opporremo. - E quella bestia? - chiese il monaco, accennando, con un gesto di terrore

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capitano. - La pianura di Pechino non ha nulla d'interessante per trattenerci qui. Più tardi vi sarà qualche cosa da vedere, prima di andarcene verso

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vedevano sterpi e licheni in gran numero, già seccati dall'aria fredda della montagna. I tre cacciatori ne raccolsero una quantità enorme e vi diedero fuoco

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i loro occhi. Intorno a tutte quelle gabbie, degli aguzzini armati di bastoni e di ferri infuocati, bastonavano senza posa i disgraziati che vi

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silenzio abbastanza lungo e anche molto imbarazzante, poi il Lama riprese, facendosi coraggio: - È il grande Buddha che vi ha detto di scendere fra i

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qualità. - Non ho mai saputo che oltre le api vi siano altri insetti che ne producono - rispose il capitano. - I pe-lah sono molto comuni in Cina e

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erano inquieti, compreso il capitano, il quale temeva di dover cedere o di doversi abbassare in mezzo al turbine di neve. E poi vi era anche un altro

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che assomigliano alle nostre gardenie. Questo tè si chiama shang-hiang ed è il più pregiato. Vi sono poi altre specie: il tè nero di Bohea, il pekoe

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. - Vorrei già essere in India. - Vi arriveremo, signor Rokoff, non dubitate. Spero però che non rinuncerete a vedere Lhassa, la capitale del Tibet, la

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buona fede di proporvi uno splendido affare. E poi, un figlio di Buddha che sposa una principessa calmucca! Vi pare che non sia un grande onore per

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, una voce energica, imperiosa, aveva gridato prima in francese, poi inglese: - Non temete ... vi salviamo ... spezzate i legami ... Pronto! Gettala

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? - chiese Rokoff. - No ... non era un orso ... pareva una tigre. - È impossibile! - esclamò il capitano. - Vi dico invece che è possibile - disse Fedoro

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, seminascosto fra le rupi. Fra una mezz'ora ci libreremo sopra le sue capanne. - Vi passeremo sopra? - Che cosa possiamo temere? Ci terremo a una altezza

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quelli del Tibet. In quattro siamo discesi dal cielo con diverse missioni e quello che doveva qui venire, non è ancora giunto. - E perché vi siete spinti

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accompagnato da altri monaci. Vedendo il capitano scendere dal fuso, gli si era avvicinato dicendogli: - Finalmente! Sono due giorni che vi attendevo

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. - E perché non volete che i popoli civili ammirino il vostro "Sparviero"? - Per ora è un segreto che non vi posso svelare, signor Rokoff. Ah! Che cosa

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. - Temete un attacco? - E contro lo "Sparviero" - rispose Rokoff. - Se non avessimo da difendere il nostro aerotreno, io per primo vi consiglierei di

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durante le notti fredde e poche coperte di grosso feltro molto logoro. Vi erano invece numerosi vasi di terra ripieni di acquavite di riso e una

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cannocchiale. - Siamo sui confini dell'antico impero cinese; al di là vi è la Mongolia. - Andremo a vederlo? - chiese Fedoro. - Anzi, seguiremo per qualche

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aneddoti della sua vita anteriore! Non vi è alcun dubbio che i monaci, per coprire bene l'inganno, vadano a cercare il fanciullo più svegliato onde possa

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anche; guarda: vi sono dipinte sugli angoli le tre principali felicità ambite dai cinesi: un erede, un impiego pubblico e lunga vita. - Un erede

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